Storie dallo Studio

In questo spazio troverete alcune esperienze raccontate dai pazienti che hanno seguito un percorso con me.

Ringrazio tutti per i vostri rimandi: è bello poter lavorare con pazienti come voi!

Ho iniziato questo percorso, che io chiamo di educazione alimentare, ai primi di luglio 2021.

Fin da subito mi sono trovata in sintonia con la nutrizionista, per cui è stato abbastanza facile esporre le mie cattive abitudini alimentari, che, insieme a problemi di ordine psicologico, mi avevano portato all'obesità.

All'inizio del percorso il mio peso era di 84 Kg per una altezza di 1,54 m, ma ero arrivata nel corso degli anni a pesare 104 Kg, con un continuo yo-yo per effetto di diete, sia fai da te che sotto controllo medico, senza trovare un equilibrio. Il peso attuale è intorno a 66 kg, gli esami del sangue migliorati.

Secondo me, il punto di forza del successo del regime alimentare seguito con Sara è stato l'avere affrontato di volta in volta un tema legato all'alimentazione, a partire dal menù settimanale grazie al quale ho preso consapevolezza di alcuni criteri base.

Nel mio caso, prima non badavo alla frequenza e alla quantità degli alimenti distribuiti nella settimana, per esempio abusavo di carne rossa e uova, considerandoli solo come fonte di proteine, escludendo altri aspetti, mentre trascuravo i legumi che hanno un più salutare valore proteico.

Quindi ho cominciato ad organizzarmi meglio per la spesa da fare settimanalmente.

Particolarmente valido l'incontro sulle strategie per raggiungere il senso di sazietà, con il controllo della voracità, evitando di seguire i programmi televisivi durante il pranzo, soffermandomi invece a gustare il piatto, preparato con cura per appagare anche l'occhio. Ho capito l'efficacia di mangiare la quantità stabilita utilizzando un piatto più piccolo dove porzionarla e fare una pausa tra un boccone e l'altro, appoggiando le posate. Nessuno mai mi aveva suggerito questi sistemi, se non dicendo di mangiare adagio, difficile per chi era abituata a trangugiare.

Quando ho fame, cerco di capire se si tratta di fame nervosa sia con la riflessione ma anche distraendomi dal desiderio di cibo. Infatti , se dedicandomi ad attività particolarmente attrattive per me, come uscire in giardino dove si trova sempre qualcosa da fare, leggere una rivista, ricercare i più svariati argomenti nel web, non avverto la sensazione di fame, ho la prova che non si trattava di vera fame.

Un altro punto importante è il non colpevolizzarmi se una tantum, in occasioni conviviali, mi concedo degli extra, senza chiamarli con accezione negativa 'sgarri', particolarmente se è l'ospite ad aver portato il dolce, perché sembrerebbe che non ho gradito-

Quello che ancora non è cambiato è la quasi inesistente attività fisica; mi illudevo di andare già ad aprile in spiaggia a nuotare ed invece solo una mattina ho fatto il bagno e nuotato per max 10 minuti e due , tre volte ho fatto lunghe passeggiate in riva al mare con una amica.


Alcuni messaggi scritti dai miei pazienti durante e a fine percorso